Il tricolore del tennistavolo italiano finisce sulle maglie del Tennistavolo Sassari. Il sogno della Top Spin Messina di conquistare il suo terzo scudetto si infrange in Gara 3, nella calda atmosfera della palestra di Corso Cossiga a Sassari, al termine di una finale combattuta e carica di tensione. Finisce 3-2 per i padroni di casa, un risultato che premia la squadra sarda ma che non cancella l’incredibile percorso dei peloritani, capaci di arrivare a un passo dal titolo al termine di una stagione che definire “tribolata è poco”, come ammesso dalle cronache, e uscendo comunque a testa altissima dalla contesa.
Si sapeva che ribaltare il fattore campo in Gara 3 sarebbe stata un’impresa ai limiti dell’impossibile, specialmente dopo l’enorme occasione sfumata venerdì scorso in Gara 2 a Messina, quando ai ragazzi del tecnico Wang Hong Liang sarebbe bastato un pareggio per cucirsi lo scudetto sul petto e invece arrivò una dolorosa sconfitta per 4-2. Un “grande rammarico” che pesava come un macigno alla vigilia di quest’ultimo atto. Ma la Top Spin, pur consapevole delle difficoltà, ci ha provato fino all’ultimo scambio, onorando la finale e confermandosi, nonostante la sconfitta, “una delle realtà più belle del pongismo italiano”.
Per l’assalto decisivo, coach Wang Hong Liang aveva la squadra al completo: la stella moldava Vladislav Ursu, reduce da un percorso netto tra semifinali e finali con dieci vittorie su dieci incontri disputati; l’italo-brasiliano Junior Humberto Manhani, eroe di Gara 1 col punto decisivo; Niagol Stoyanov, Tommaso Maria Giovannetti e Antonino Amato, con Marco Rech Daldosso a supporto dalla panchina. Dall’altra parte, il Tennistavolo Sassari guidato da Mario Santona, forte del pubblico amico e del vantaggio regolamentare di poter chiudere i conti conquistando solo tre punti, senza dover necessariamente arrivare al sesto incontro. E così è stato.
La cronaca della sfida racconta di un equilibrio spezzato solo nel finale. Ad aprire le danze è stato proprio l’uomo più atteso in casa Messina, Vladislav Ursu, opposto ad Andrea Puppo. Il moldavo ha controllato il match con autorità: dal 5-5 nel primo set è volato sul 10-5 chiudendo 11-7; nel secondo, ancora equilibrio fino al 5-5, poi l’allungo decisivo fino all’11-8; nel terzo, nonostante un tentativo di recupero di Puppo (da 0-3 a 5-4), Ursu ha mantenuto il controllo chiudendo 11-8 per un netto 3-0. Messina avanti 1-0.
La risposta sarda è arrivata immediata nel secondo incontro tra lo slovacco Lubomir Pistej e Niagol Stoyanov. Pistej ha mostrato grande solidità: nel primo parziale ha ribaltato un iniziale svantaggio (da 3-4 a 8-4) chiudendo 11-8; nella seconda frazione, Stoyanov ha provato a scappare (5-2), ma è stato rimontato e superato (6-9), con Pistej che ha chiuso ancora 11-8; il terzo set ha visto il beniamino di casa controllare il gioco fin dall’inizio (4-2) e chiudere nuovamente 11-8, nonostante i tentativi di rientro dell’avversario. Un altro 3-0 secco e punteggio generale sull’1-1.
Sassari verso la conquista dello scudetto
Il terzo match, il “derby fra mancini”, ha regalato grandi emozioni e si è rivelato uno snodo cruciale. L’italo-brasiliano Junior Humberto Manhani ha lottato punto a punto contro il russo Sadi Ismailov. Manhani si è aggiudicato il primo set 11-9 approfittando del servizio sul 9-9. Ismailov ha reagito dominando il secondo parziale (11-2). Manhani è tornato avanti vincendo il terzo set 11-8 dopo una battaglia punto a punto. Ma il russo non ha mollato, ha preso il largo nel quarto (11-4) e ha dominato anche la “bella” (11-4), portando Sassari in vantaggio per 2-1 nell’incontro.
A rimettere le cose in parità ci ha pensato ancora una volta l’immenso Vladislav Ursu, opposto al numero uno slovacco Lubomir Pistej. Una partita spettacolare: Pistej si è aggiudicato il primo combattutissimo set 12-10 annullando due set point a Ursu. Ma da quel momento, il moldavo ha cambiato marcia: ha piazzato un break di 7-0 nel secondo set vincendolo 11-6; ha dominato il terzo 11-5; nel quarto, è risalito da 4-5 a 9-5 chiudendo 11-7. Un 3-1 per Ursu che ha fissato il punteggio sul 2-2, rimandando ogni verdetto all’ultimo, decisivo incontro.
La sfida che valeva lo scudetto ha visto di fronte i “piccoli” Andrea Puppo per Sassari e Junior Humberto Manhani per Messina. Ed è stata una battaglia incredibile, molto più serrata di quanto dica il 3-0 finale a favore del giocatore ligure in forza ai sardi. Nel primo set, Puppo si è ritrovato sotto 5-7 ma ha rimontato fino al 9-7, ha subito il ritorno di Manhani (9-10), ha annullato un set point e ha chiuso 12-10 alla sua prima occasione.
Il secondo parziale è stato epico: Manhani è volato sull’8-3, si è fatto rimontare (8-6) ma si è guadagnato quattro palle set sul 10-6. Puppo le ha annullate tutte. Manhani ne ha avute altre due (11-10, 13-12), ma non le ha sfruttate. Puppo ne ha fallite due (12-11, 14-13) prima di chiudere incredibilmente 16-14 alla terza opportunità, aiutato dal servizio. Il colpo psicologico è stato fortissimo. Nel terzo set, dopo un avvio equilibrato (3-4), Puppo ha preso il controllo (6-4, 9-6) e ha chiuso 11-8 al secondo match point. È stato l’attimo dell’esplosione di gioia sassarese: Puppo travolto dai compagni e da coach Santona, per un’invasione di campo che ha dato il via all'”inarrestabile festa sarda”.
Per Messina resta l’amaro in bocca, la consapevolezza di aver avuto un Ursu stratosferico (10 vittorie su 10 nei playoff, ma “troppo solo” nel momento decisivo) e il rammarico per Gara 2. Ma resta anche la fierezza di una società che continua a portare il nome di Messina ai vertici del tennistavolo italiano, lottando fino all’ultimo respiro per un sogno tricolore solo sfiorato. Sassari festeggia un titolo meritato, la Top Spin esce a testa altissima.