BARI – Niente terza vittoria consecutiva, un traguardo mai raggiunto in questa stagione ondivaga. Il Palermo inciampa ancora una volta nell’anticipo del venerdì sera, confermando una sorta di “maledizione” che ha visto i rosanero uscire sconfitti in tutti e tre gli incontri disputati in questo giorno della settimana.
Al San Nicola, contro un Bari diretto concorrente per un posto nei playoff, finisce 2-1 per i padroni di casa, al termine di una partita che lascia l’amaro in bocca non solo per il risultato, ma anche per la prestazione offerta e per decisioni arbitrali fortemente contestate.
Le aspettative dopo la brillante vittoria contro il Sassuolo sono state tradite da una squadra apparsa involuta e incapace di imporre il proprio gioco. Il Bari, pur senza brillare, ha messo in campo maggiore aggressività sin dai primi minuti, costringendo gli ospiti ad “arrancare”, come descritto nelle cronache. Il vantaggio biancorosso arriva presto, al 7°, con Maggiore lesto a capitalizzare un’incertezza difensiva palermitana.
La reazione rosanero, va detto, è immediata: la squadra reagisce “a testa bassa” e al 18° trova il pareggio con il solito, implacabile Joel Pohjanpalo, bravo a ribadire in rete dopo un primo tentativo murato.
Sembra l’inizio di una partita combattuta, ma è al 38° che si verifica l’episodio destinato a infiammare il post-partita. Pohjanpalo segna ancora, ma l’arbitro Bonacina di Bergamo annulla la rete per un presunto fallo di Magnani sul portiere barese Radunovic. Una decisione apparsa ai più incomprensibile: le immagini televisive, riviste più volte, sembrano mostrare Magnani già a terra, strattonato da un avversario, con il portiere che inciampa successivamente sul corpo del difensore rosanero.
Nonostante le proteste e l’evidenza suggerita dai replay (concorde anche il commentatore DAZN sulla regolarità del gol), il VAR, guidato da Pairetto di Nichelino (nome che, si fa notare con malizia nella cronaca, non è nuovo a polemiche), conferma la decisione del campo. Un errore grave, che “falsa” l’andamento del match e penalizza pesantemente il Palermo.
Errori, Polemiche e la Solita Inconsistenza: i Rosanero Frenati da Vecchi Fantasmi e Decisioni Arbitrali Discutibili
Al di là dell’episodio arbitrale, però, la critica non risparmia la prestazione complessiva del Palermo. Anche con il gol convalidato, si sottolinea, i rosanero avrebbero dovuto dimostrare una superiorità tecnica e di gioco che non si è vista. È riemersa la “solita rappresentazione”: un gioco lento, impreciso, con difficoltà evidenti nel costruire azioni pericolose e nel finalizzare.
Il secondo tempo, come spesso accaduto in stagione, ha visto il solito copione: un calo di ritmo e concentrazione, con errori banali anche nei passaggi più semplici.
La sintesi della ripresa racconta di poche fiammate: un colpo di testa di Brunori al 56° respinto da Radunovic, una buona azione corale al 60° vanificata all’ultimo, e un grande spavento al 70° su un tiro di Lasagna finito di poco a lato. Per il resto, tanta difficoltà a contenere le iniziative del Bari, che ha dimostrato “più voglia” di cercare la vittoria.
I cambi operati da Dionisi nella fase finale (Insigne e Vasic per Brunori e Verre al 78°; Diakitè per Pierozzi all’86°; Di Mariano e Le Douaron per Ranocchia e Lund al 90°) non hanno invertito la tendenza, anzi. Inutili poi quelli effettuati a tempo quasi scaduto. La critica punta il dito sulla “longa mano del mister”, suggerendo che le scelte tattiche e i cambi di ruolo non abbiano funzionato.
Inevitabile, quasi scritto, arriva il gol del Bari all’89°: su azione d’angolo, Simic trova lo spazio per battere Audero, lasciando “sgomenti” i giocatori palermitani. Una sconfitta che conferma la cronica incapacità del Palermo di trovare continuità e che alimenta la sensazione di una stagione che “farà soffrire fino alla fine”. Ora testa al prossimo impegno: lunedì 21 aprile al Barbera arriva la Carrarese, in una partita da non sbagliare per difendere almeno un piazzamento playoff.