Messina, 16 Aprile 2025 – Si conclude con un nulla di fatto, e con l’ennesima ombra sul futuro dell’ACR Messina, l’operazione di salvataggio finanziario lanciata nei giorni scorsi per far fronte a un’imminente scadenza federale. La somma raccolta presso lo studio del notaio Bernardo Maiorana si è fermata a circa 170mila euro, una cifra significativamente inferiore agli oltre 300mila euro necessari per onorare gli impegni urgenti, tra cui stipendi arretrati e altre pendenze indispensabili per concludere regolarmente la stagione sportiva. In una mattinata carica di tensione, è arrivata anche un’altra notizia di rilievo: le dimissioni, per ora solo annunciate, del presidente Pietro Alaimo.
L’iniziativa, promossa da Francesco Barbera e subito appoggiata dal sindaco Federico Basile, mirava specificamente a reperire la liquidità necessaria per superare la scadenza federale odierna, un passaggio cruciale per evitare potenziali sanzioni al club. È importante sottolineare che questa operazione non riguardava l’acquisizione delle quote societarie (l’80% detenuto dalla Aad Invest), ma rappresentava un tentativo “tampone” per garantire la continuità immediata. L’accordo iniziale, gestito dal notaio Maiorana, prevedeva un meccanismo vincolante: i bonifici per saldare le pendenze sarebbero partiti solo al raggiungimento della cifra totale richiesta; in caso contrario, come purtroppo avvenuto, le somme versate sarebbero state restituite ai sottoscrittori.
Il mancato raggiungimento dell’obiettivo è attribuito principalmente alla decisione dell’ex patron Pietro Sciotto di non versare la propria quota, un contributo che molti davano per scontato e che era considerato essenziale per completare la raccolta. Secondo alcune interpretazioni, la mossa di Sciotto potrebbe essere stata legata alla speranza di recuperare, attraverso questa operazione, la fidejussione bancaria da lui stesso versata a inizio stagione a garanzia dell’iscrizione del club. Tuttavia, come precisato dal notaio Maiorana, tale meccanismo di recupero non era previsto dall’operazione in corso. La mancata partecipazione di Sciotto, unita alle dimissioni annunciate del presidente Alaimo (figura legata ad Aad Invest), lascia ora l’ex patron, secondo osservatori vicini al club, ancora più isolato rispetto alla compagine societaria di maggioranza.
Risposta Parziale dalla Città, Futuro Incerto per l’ACR Messina
All’appello lanciato da Barbera e Basile avevano risposto circa sette imprenditori locali, i quali, secondo quanto emerso, hanno in gran parte onorato gli impegni presi, versando quasi interamente le somme promesse. Nonostante questo sforzo significativo, che ha permesso di raccogliere la cospicua cifra di 170mila euro, il traguardo finale non è stato raggiunto. Mancavano ancora risorse fondamentali per dare respiro economico alla società, infondere fiducia ai calciatori e, soprattutto, offrire una speranza concreta a una tifoseria che sta vivendo l’ennesimo periodo di grande difficoltà e incertezza psicologica.
L’esito negativo della raccolta fondi viene interpretato da alcuni commentatori come una “risposta a metà” da parte del tessuto economico e sociale della città, suggerendo che si sarebbe potuto fare di più per sostenere i colori giallorossi in un momento così delicato. L’analisi che emerge da ambienti vicini alla vicenda evidenzia una possibile concomitanza di cause per questo fallimento: forse errori o eccessiva lentezza nelle trattative pregresse, forse un ritardo nell’attivazione dell’iniziativa, forse contributi individuali non sufficienti a colmare il gap. Un insieme di fattori che, secondo queste analisi, continuano a ostacolare la possibilità per Messina, intesa come città e come squadra, di raggiungere una stabilità e una dimensione sportiva di livello superiore.
Al momento, con la scadenza federale non onorata e le dimissioni del presidente Alaimo nell’aria, il futuro immediato dell’ACR Messina appare nuovamente nebuloso. Le quote raccolte verranno restituite e si attendono ora le prossime mosse societarie e le eventuali decisioni degli organi federali in merito al mancato rispetto degli adempimenti.