Avola (SR), 18 Aprile 2025 – Un palmares scintillante, costellato di medaglie iridate e culminato nell’oro olimpico. È la straordinaria carriera di Luigi Busà, karateka originario di Avola, in provincia di Siracusa, che a 37 anni (compiuti lo scorso novembre) rappresenta una delle figure più iconiche e vincenti dello sport italiano e un simbolo dell’eccellenza siciliana nel mondo. Specialista indiscusso nel kumite, la disciplina del combattimento nel karate, Busà ha scritto pagine indelebili nella storia di questo sport.
La sua storia sportiva inizia prestissimo, quasi per predestinazione. Si racconta che a soli tre anni e mezzo, in una conversazione con il padre, Sebastiano Busà, alla domanda “Figlio mio, vuoi diventare un campione?”, il piccolo Luigi rispose con una determinazione sorprendente per la sua età: “Voglio diventare il più forte di tutti!”. Una promessa fatta con voce minuta ma che ha guidato un percorso fatto di enorme talento, ma anche di immensi sacrifici e una forza di volontà incrollabile. Gli inizi, come spesso accade nelle grandi storie sportive, non furono semplici, ma la dedizione ripagò ben presto.
Il talento purissimo di Busà esplose sulla scena internazionale quando, ad appena 18 anni, conquistò il suo primo titolo mondiale senior nella categoria 80 kg. Un’impresa eccezionale per un atleta così giovane, capace di imporsi su avversari più esperti e blasonati sul tatami mondiale, dimostrando una maturità tecnica e agonistica fuori dal comune.
Quella vittoria fu solo l’inizio di un’ascesa inarrestabile, una vera e propria “escalation” di successi che lo ha visto salire ripetutamente sul podio nelle più importanti competizioni internazionali: Campionati Mondiali, Campionati Europei, Giochi del Mediterraneo e Premier League WKF (World Karate Federation). Il suo palmares vanta numerose medaglie d’oro, ma anche argenti e bronzi, a testimonianza di una costanza di rendimento ai massimi livelli durata per quasi due decenni.
La mentalità di Busà è sempre stata quella del perfezionista: anche quando il risultato non era la vittoria, persino un bronzo veniva vissuto come uno stimolo per tornare immediatamente ad allenarsi, per migliorarsi e non lasciarsi sfuggire l’obiettivo più alto alla successiva occasione.
Luigi Busà L’Oro di Tokyo 2020 e l’Eredità di un Campione
Essere campioni sembra essere un “vizio” di famiglia in casa Busà. Anche le sorelle di Luigi, Lorena e Cristina, hanno seguito le orme del fratello maggiore, affermandosi come atlete di successo nel karate e conquistando titoli e medaglie in diverse competizioni, rendendo il nome Busà sinonimo di eccellenza in questa disciplina.
Ma il capitolo più luminoso della carriera di Luigi Busà è senza dubbio legato ai Giochi Olimpici. Dopo anni di attesa da parte di tutto il movimento, il karate ha fatto il suo storico debutto come disciplina olimpica a Tokyo 2020 (disputati nel 2021 a causa della pandemia). L
Luigi Busà si presentò a questo appuntamento cruciale da protagonista annunciato, con il “biglietto d’ingresso” già assicurato grazie ai suoi risultati. Le aspettative erano altissime, e lui non le ha deluse. Sul tatami giapponese, Busà ha compiuto il suo capolavoro, combattendo con intelligenza tattica, grinta e cuore. Al termine di un percorso impeccabile, ha conquistato la medaglia d’oro nella categoria Kumite 75 kg, regalando all’Italia una gioia immensa e iscrivendo il suo nome nella storia come primo campione olimpico italiano in questa specialità del karate.
Quell’oro non è stato solo il coronamento di una carriera straordinaria, ma anche un momento di orgoglio per tutta la Sicilia e per la sua Avola. La vittoria olimpica ha consolidato la sua figura di atleta simbolo, esempio di dedizione, talento e attaccamento alle proprie radici. Nonostante il karate non sia stato riconfermato nel programma olimpico per Parigi 2024, l’impresa di Tokyo rimane un’eredità preziosa.
Luigi Busà continua a essere un punto di riferimento per le nuove generazioni di karateki italiani, un campione che ha dimostrato come, partendo da un piccolo centro della Sicilia, con sacrificio e passione si possa raggiungere la vetta del mondo e realizzare i propri sogni più grandi. La sua storia è un inno alla perseveranza e alla capacità di trasformare una promessa fatta da bambino nella realtà di un campione olimpico.