Il Catania non va oltre l’1-1 casalingo contro il Foggia, rimandando ancora una volta l’appuntamento con la vittoria e subendo una pesante contestazione da parte del pubblico del “Massimino”. Un pareggio che non serve a nessuna delle due squadre, con i rossazzurri che continuano a mostrare evidenti difficoltà in fase offensiva e una preoccupante mancanza di identità. Succede tutto nella ripresa, con il vantaggio ospite firmato da Sarr e il pareggio di Anastasio, che fissa il punteggio sul definitivo 1-1. Un risultato che acuisce la crisi del Catania, sempre più lontano dalle zone nobili della classifica e alle prese con una situazione societaria e tecnica che preoccupa i tifosi.
Il Catania si presenta al match con diverse assenze, costringendo Mimmo Toscano a scelte obbligate. Il tecnico opta per il consueto 3-4-2-1, con Dini tra i pali, Del Fabro, Di Gennaro e Allegretto in difesa; Raimo e Anastasio sulle fasce, Frisenna e De Rose in mediana; Jimenez e Luperini a supporto del giovane Corallo, unica punta, vista l’assenza di Inglese. Zauri, allenatore del Foggia, risponde con un 4-3-3: De Lucia in porta, difesa composta da Silvestro, Salines, Dutu e Vezzoni; Tascone, Da Riva e Gala a centrocampo; tridente offensivo formato da Orlando, Sarr e Zunno.
La partita è intensa sin dalle prime battute, con il Catania che fatica a prendere le misure a un Foggia ben organizzato e pericoloso in ripartenza. I maggiori pericoli per la difesa rossazzurra arrivano proprio dagli ospiti, che però non riescono a superare un attento Dini. Il Catania, costretto a centellinare le forze a causa delle numerose assenze, si affida alle iniziative di Anastasio e Jimenez, i giocatori più in palla di una squadra che fatica a creare occasioni da gol in area di rigore. L’assenza di un centravanti di peso come Inglese si fa sentire.
Pubblico Insoddisfatto: Cori di Protesta Contro Squadra e Società
Il pubblico del “Massimino”, insoddisfatto della prestazione della squadra e della situazione societaria, invita i giocatori a tirare fuori il coraggio e la proprietà a lavorare con maggiore costrutto rispetto a quanto fatto finora. Un clima di tensione e di sfiducia che si respira sugli spalti e che testimonia il malcontento dei tifosi catanesi.
Nella ripresa, il copione della gara non cambia, anche se il Catania si mostra più propositivo. Toscano inserisce Lunetta al posto di Corallo, cercando di dare maggiore esperienza e peso all’attacco. Nonostante i continui capovolgimenti di fronte, di azioni da gol vere e proprie se ne vedono poche. Al 68′, l’episodio che sblocca il match: il Foggia spinge centralmente, la difesa rossazzurra respinge male e il cross dalla destra premia Sarr, che in scivolata batte Dini.
Il gol subito scuote il pubblico del “Massimino”, che contesta apertamente la società. La squadra, però, reagisce e al 76′ trova il pareggio: azione insistita di De Rose, che serve al centro Anastasio, bravo a calciare di prima intenzione e a battere De Lucia con un tiro imparabile.
Finale Nervoso: il Catania Chiede un Rigore, il Risultato non Cambia
I cambi effettuati dai due allenatori danno nuova linfa alle squadre, ma servono più che altro a gestire un finale di gara in cui tutto può ancora succedere. All’89’, il Catania reclama un calcio di rigore per un presunto fallo di mano di Silvestro, ma l’arbitro lascia proseguire. I rossazzurri si riversano in attacco negli ultimi minuti, compreso il recupero di cinque minuti, ma il risultato non cambia. Il match termina in parità: 1-1.
Il Catania non riesce a tornare alla vittoria e si deve accontentare di un pareggio che non serve a molto, né alla classifica né al morale. La squadra di Toscano continua a mostrare limiti in fase offensiva e una preoccupante mancanza di identità. Le assenze pesano, ma la prestazione offerta contro il Foggia è stata al di sotto delle aspettative. La contestazione del pubblico è il segnale di un malcontento crescente e di una sfiducia nei confronti della società e della squadra. Il Catania è chiamato a una reazione immediata per invertire la rotta e per provare a raggiungere gli obiettivi stagionali, che ora appaiono sempre più lontani.