La Gemini Mestre supera Agrigento con un netto 103-84, in una partita dai due volti: equilibrata e combattuta per tre quarti, ma decisa nell’ultimo periodo da una prestazione travolgente dei veneti. Giocata sul campo neutro di San Donà per l’indisponibilità del PalaTaliercio, la gara ha messo in mostra il potenziale offensivo della squadra di casa, che ha sfruttato un blackout finale di Agrigento per portare a casa due punti fondamentali in ottica classifica.
Primo tempo: equilibrio e scintille
Il primo quarto si apre con ritmi alti, con entrambe le squadre intenzionate a prendere il controllo del match. Mestre parte forte, trascinata dalla precisione dall’arco: Rubbini inaugura le danze con una tripla, e i veneti chiudono il primo periodo con un notevole 6/10 da tre punti, sfruttando anche una difesa poco aggressiva di Agrigento.
Agrigento, dal canto suo, risponde con la solida prestazione di Scarponi, autore di 8 punti nei primi dieci minuti, e con le giocate esperte di Chiarastella, che guida i siciliani in attacco. Nonostante le difficoltà iniziali, Agrigento riesce a restare a contatto, chiudendo il quarto sotto di 6 punti, sul 27-21 per Mestre.
Nel secondo quarto, Agrigento trova maggiore fluidità offensiva. Disibio, particolarmente ispirato, mette a segno due triple consecutive che riaprono il match. Mestre prova a reagire con il nuovo acquisto Giordano, che si presenta con un gioco da tre punti per tenere avanti i suoi. Tuttavia, il dinamismo di Agrigento e la capacità di sfruttare le palle perse avversarie portano la gara in equilibrio. Il primo tempo si chiude sul 44-44, lasciando tutto aperto per la ripresa.
Secondo tempo: botta e risposta, poi il crollo di Agrigento
Il terzo quarto prosegue sulla falsariga del primo tempo, con entrambe le squadre che si scambiano colpi a suon di canestri. Morici e Scarponi si confermano i migliori realizzatori di Agrigento, mentre Rubbini e Giordano continuano a colpire dalla distanza per Mestre. La partita vive momenti di grande intensità, ma le difese restano troppo lasche, favorendo un punteggio alto e spettacolari transizioni offensive.
Mestre riesce a chiudere il terzo periodo avanti di soli tre punti, sul 72-69, grazie a una tripla sulla sirena di Lo Biondo. Agrigento resta in partita, ma inizia a mostrare segni di affaticamento, soprattutto nel reparto difensivo.
L’ultimo quarto segna la svolta decisiva. Mestre cambia marcia e mette a segno cinque triple consecutive, spezzando definitivamente l’equilibrio. Aromando, già protagonista nei quarti precedenti, prende per mano la squadra, mentre Giordano continua a portare energia e punti importanti. Il parziale del quarto periodo è un severo 27-15, che lascia Agrigento senza possibilità di replica.
I siciliani provano a rimanere in partita affidandosi ai tiri liberi, ma perdono smalto offensivo e non riescono a contenere le folate di Mestre. A due minuti dalla fine, i veneti toccano il +14 e gestiscono con calma il cronometro fino al triplice fischio, siglando un convincente 103-84 finale.
I protagonisti
- Mestre:
- Aromando è il leader indiscusso dei veneti, chiudendo la partita con 19 punti e una prestazione completa su entrambi i lati del campo.
- Giordano, al debutto, dimostra subito il suo valore con canestri pesanti e giocate di grande personalità.
- Rubbini è letale dalla distanza e contribuisce a spezzare la partita nel finale.
- Agrigento:
- Scarponi si distingue per continuità e precisione, risultando il miglior realizzatore dei suoi.
- Disibio e Chiarastella portano esperienza e qualità, ma non bastano a evitare il crollo dell’ultimo quarto.
Le chiavi del match
- Precisione dall’arco: Mestre ha sfruttato al massimo la sua mira dalla distanza, con una percentuale del 40% nelle triple che ha fatto la differenza nei momenti chiave.
- Calcolo delle energie: Agrigento ha pagato caro il dispendio fisico dei primi tre quarti, arrivando stanca e poco lucida all’ultimo periodo.
- Impatto dei cambi: Giordano per Mestre ha rappresentato un vero fattore dalla panchina, mentre Agrigento non ha trovato risposte adeguate dai subentrati.
Analisi tattica
Mestre ha messo in mostra il proprio potenziale offensivo, ma ha evidenziato anche la necessità di migliorare l’equilibrio difensivo. I veneti sono stati bravi a sfruttare i cali di concentrazione avversari, ma in altre situazioni potrebbero pagare a caro prezzo le troppe concessioni in difesa.
Agrigento, invece, può recriminare per il blackout finale, ma ha dimostrato di avere le qualità per competere con squadre di alta classifica. Coach Quilici dovrà lavorare sulla tenuta mentale e fisica della squadra per evitare altri crolli nel quarto periodo.
Le reazioni post-partita
- Coach Quilici (Agrigento):
- “Abbiamo giocato una buona partita per tre quarti, ma non siamo riusciti a mantenere la concentrazione nel finale. Dobbiamo imparare a gestire meglio i momenti chiave”.
- Coach Ventura (Mestre):
- “Sono soddisfatto della risposta della squadra nell’ultimo quarto. Abbiamo dimostrato di avere le qualità per essere protagonisti in questo campionato, ma dobbiamo migliorare in difesa”.
Prospettive per il futuro
Con questa vittoria, Mestre si conferma una delle squadre più temibili del girone, soprattutto quando riesce a trovare ritmo offensivo. I veneti devono ora lavorare sulla continuità per consolidare la propria posizione in classifica e puntare ai playoff.
Agrigento, nonostante la sconfitta, può ripartire dalle buone cose viste nei primi tre quarti. La squadra ha dimostrato di avere le capacità per competere, ma deve lavorare sulla gestione delle energie e sulla capacità di reagire nei momenti difficili.
Conclusioni
Il 103-84 finale fotografa una partita intensa e spettacolare, ma Mestre ha saputo fare la differenza nel momento cruciale. Per Agrigento, il blackout dell’ultimo quarto rappresenta una lezione preziosa su cui costruire per il prosieguo della stagione.
Le prossime sfide saranno decisive per entrambe le squadre, che vogliono consolidare le loro ambizioni in un campionato sempre più competitivo.